Domenica 7 maggio il Wishlist Club di Roma ha ospitato la presentazione di “Ninnenanne”, il nuovo disco del cantautore romano VonDatty. Noi lo abbiamo incontrato prima del concerto in compagnia di Fabio Martini. Qui di seguito vi proponiamo l’intervista che ne è venuta fuori e alcuni scatti della serata!
Anticipato dal singolo “Non credere ai fiori“, è uscito venerdì 5 maggio “Ninnenanne“, secondo album di VonDatty, lavoro che di fatto chiude la cosiddetta “Trilogia della notte“, iniziata con l’Ep “Diavolerie” del 2012 e proseguita con il disco “Madrigali” del 2014. Il nuovo disco è stato coprodotto artisticamente dallo stesso VonDatty insieme a Fabio Martini per la label Tsunami Station ed è distribuito da Goodfellas.
Leggi qui di seguito l‘intervista a Roberto, in arte VonDatty, e a Fabio Martini, che ha collaborato con lui nella realizzazione del progetto!
(Photo Credits: Gianfranco Schetter)
Ciao ragazzi! Roberto, cominciamo dalla cosa più banale… perché VonDatty?
Roberto: Non si può dire, perché in realtà è una cosa molto intima, legata alla mia famiglia. Dico solo che faccio di cognome Datti, mia madre invece Fontana e quindi ho unito i cognomi dei miei genitori. Altro non dico!
Hai pubblicato già due lavori prima, che con questo vanno a comporre una trilogia. Avevi già in mente questo progetto a lungo termine dall’inizio?
R: Sì! Secondo me per raccontare delle cose c’è bisogno di tanto spazio. Ci sono anche canzoni che magari dicono già tutto…ma io volevo vedere nell’arco di tre dischi quanto cambiassero la mia vita, la mia personalità, le mie canzoni.
Ti sei ispirato anche a cinema e letteratura?
R: Sì certo sono un po’ fissato con le trilogie in particolare! Anche il mio nome in parte è ispirato a Lars von Trier, ma poi c’è un significato molto più profondo dietro.
Si chiama “Trilogia della notte”. Perché hai deciso di parlare della notte?
R: Ho un rapporto bruttissimo col sonno, ecco perché ho concluso con “Ninnenanne”. Ho voluto mettere nel disco il mio rapporto complesso con la notte.
Scrivi pure di notte?
R: Sì, anche se poi la mattina quello che sembrava bello di notte assume un altro aspetto…devo ammettere che però questo disco l’ho scritto molto di getto, sono state fatte pochissime modifiche successive.
Ci hai messo un po’ di tempo per far uscire il disco… come mai?
R: Io l’avrei fatto uscire anche prima ma avevo paura di ripetermi.
Come componi?
R: In acustico, secondo me le canzoni devono avere già un senso in maniera embrionale, devono essere solide già piano e voce o chitarra e voce.
Ascoltando il disco ho avuto l’impressione che all’interno ci siano due anime diverse, ad esempio mi riferisco allo stacco tra “Dalla Carne” più cupa e intimista e “Non credere ai fiori” che invece ha delle influenze più country…
R: Non so né darti ragione né contraddirti perché il disco lo vedo in maniera talmente omogenea che fatico a trovare qualsiasi differenza…per me fa tutto parte dello stesso poligono.
Fabio: Secondo me il punto è che ascoltiamo tantissima musica e cerchiamo di trovare la bellezza in qualsiasi genere. E quindi si sentono influenze diverse.
Quanto e come ci avete lavorato?
F: Il disco è stato scritto in pochissimo tempo.
R: Sì, sono rimasto fermo per un po’, ma poi dopo aver scritto “Grigioperla” c’è stato un momento in cui abbiamo scritto tantissimo…
F: “Grigioperla” è nata col contrabbasso. Io sono un polistrumentista e il contrabbasso è l’ultimo strumento che mi è arrivato in mano. Infatti l’abbiamo scritta in modo un po’ osceno (ride)… però appunto abbiamo tentato di variare gli strumenti madre dell’arrangiamento dei pezzi.
Lui principalmente scrive con la chitarra, ma poi qualcosa nell’arrangiamento è cambiato.
R: Per me che sono un individualista è stato difficilissimo mettermi in gioco con un’altra persona su un lavoro così importante, nonostante io e Fabio siamo amici da tempo.
F: Abbiamo cercato di essere più essenziali possibile nei suoni anche se poi ci sono gli effetti ovviamente. Io ho insistito particolarmente sui momenti parlati, lo preferisco più “parlante”. Invece lui è un “canterino”!
R: E’ vero, io ho un forte lato melodico in realtà, anche se non esce fuori tanto. Comunque devo dire che la scrittura è stata formativa, credo che lavorare insieme sia servito molto ad entrambi.
(Photo Credits: Gianfranco Schetter)
Perché la scelta di far uscire come singolo proprio “Non credere ai fiori”?
R: “Non credere ai fiori” mi ha fatto una paura tremenda da quando è nata, perché penso che sia una canzone cattivissima. Però è un po’ più accessibile, quindi poteva essere un modo per introdurre le persone all’ascolto anche di” Dalla Carne”, delle due ninnenanne…
F: A me l’apertura e la chiusura con le ninnenanne piacciono tantissimo.
R: Se hai un’ottima prima canzone e un’ottima ultima canzone hai già fatto bene una parte importantissima del disco. Io sono veramente soddisfatto della qualità della scrittura devo dire, anche se è stato un lavoro che posso definire solo estenuante.
F: Per me è stata la prima esperienza di missaggio di un disco, e quindi è stato un esperimento, un po’ come “WOW” dei Verdena, nel senso che il missaggio che è uscito non è esattamente quello che doveva essere. Poi ci tengo a sottolineare che noi due ci siamo visti per sei mesi per capire come arrangiare i pezzi, ma l’arrangiamento effettivo con gli altri musicisti, che ci hanno messo i loro colori, si è risolto in due o tre prove e siamo andati subito a registrare!
R: Credo che uno debba entrare in studio per lavorare in studio! Io lo soffro anche un po’, ma è fondamentale come momento. Se c’è un’energia forte lì bisogna saperla lavorare perché non tornerà più.
F: Poi anche la professionalità, l’amicizia e fratellanza delle persone che hanno lavorato a questo disco hanno contribuito a creare un bel clima!
R: Sì, io volevo solamente amici, bravi musicisti certo, ma persone che volessero davvero bene a questo progetto.
F: Io ad esempio ho preteso il coro dei pirati, e abbiamo voluto che a farlo fossero amici.
R: Esatto, abbiamo coinvolto per il coro persone che non erano state chiamate per suonare ma ci faceva piacere avere con noi. Abbiamo fatto un casting proprio (ride) e poi hanno imparato la parte sul momento.
Quindi ora porterete il progetto in giro?
R: Sì, adesso la cosa importante è suonare e che il disco venga capito e apprezzato. Ci saranno due set diversi, delle date in acustico per farle sentire spoglie, come sono nate, e delle date con la band con cui siamo riusciti a portare live dei suoni molto simili a quelli su disco, non mi era mai capitato di avere un set così fedele!
Che strumenti portate sul palco?
R: Un pianoforte, un contrabbasso elettrico, delle chitarre acustiche, una chitarra elettrica, un basso elettrico e la batteria.
F: Abbiamo tolto i synth, usiamo tutti strumenti “vecchi” ma in chiave elettronica.
R: Fabio è un appassionato di elettronica, e quindi ha riportato le sue influenze a livello di suono ma in questa soluzione, con suoni più acustici, più veri. Abbiamo deciso di fare un concerto molto suonato e molto istintivo.
F: Io credo che Roberto renda meglio in acustico, anche perché secondo me è così che si capisce meglio il messaggio che ad esempio vuole dare una canzone. Io faccio il fonico e tante volte lavoro a progetti bellissimi dal punto di vista dei suoni, ma poi manca qualcosa nel nocciolo, manca quello che dovrebbe essere la cosa fondamentale, cioè la canzone e il messaggio che vuole dare.
R: Io penso che difficilmente sono stato così sincero nella scrittura. Io di solito faccio un viaggio prima di scrivere per prendere tutto quello che riesco e uno dopo per coronare il lavoro. Stavolta l’ho fatto solo prima però è stato molto importante perché mi ha dato molti spunti. Eravamo io e mio fratello in treno in giro per la Francia… io vivo il viaggio in maniera molto introspettiva, cerco la musica del posto, le influenze che può darmi, e questo mi ha permesso di scrivere questo disco di cui sono molto soddisfatto.
Tracklist
1. Prima ninna nanna sulla terra
2. Grigio perla
3. Profumo feat. Sarah Moon
4. Dalla carne
5. Non credere ai fiori
6. Wonderland
7. La parte mancante
8. Ad ogni piccola morte
9. Il peso delle labbra
10. La pietà feat. Daniele Coccia
11. Prima ninna nanna sotto terra
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