Unoauno sono su YouTube con il video di “Restare Vivi” brano del disco d’esordio “Cronache Carsiche”, post-punk oltranzista per Ribéss Records.
Un video quello degli Unoauno di nevrotiche frattaglie sonore che è il tentativo “di ricomporre il puzzle dei pezzi che scartiamo ogni giorno nelle nostre giornate normali. Lo sfondo della stessa fotografia che siamo fin troppo abituati a guardare. Per restare vivi, forse, bisogna ricongiungere i punti, riaggiustare i frammenti. Bisogna osservare i luoghi da un’altra prospettiva”. “Restare vivi” è il primo singolo estratto da “Cronache carsiche”, il debutto degli unoauno all’insegna di una forma tagliente e brevilinea di post-punk, uscito il 12 dicembre per Ribéss Records / Audioglobe.
Il brano è accompagnato da un videoclip realizzato da Martino Masi, una sequenza nevrotica di frattaglie visuali girate nella periferia di Milano. Un tentativo, come spiega la band, “di ricomporre il puzzle dei pezzi che scartiamo ogni giorno nelle nostre giornate normali. Le giornate sono fatte di infiniti momenti inutili. Lo sfondo della stessa fotografia che siamo fin troppo abituati a guardare. Per restare vivi, forse, bisogna ricongiungere i punti, riaggiustare i frammenti. Bisogna osservare i luoghi da un’altra prospettiva”.
Le inquadrature a bassa definizione e i disturbi visivi del clip rispecchiano in forma visuale l’oltranzismo sonoro degli Unoauno, una band che rifugge le tendenze contemporanee e vi oppone un approccio impattante, secco ed essenziale. Preferendo i Lighting Bolt alla trap e gli Shellac all’indie-pop da cameretta, Mauri (batterie), Giangi (voce) e Rocco (basso, synth), tutti e tre meno che venticinquenni, riportano all’oggi una filiazione CSI – Massimo Volume in otto canzoni radiografiche, dove la voce prova a stare in piedi controvento e ci riesce. C’è un qualcosa di retromaniaco in questi suoni e in queste parole rigorosamente dette come materia tonale e ritmica, ma in fondo è questa la forza degli Unoauno: essere inattuali e incunearsi nell’oggi, un ridurre all’osso dove c’è carne che vibra, uno sbattere caparbiamente la testa contro il murale alfanumerico del presente, “Uno a uno contro il muro / Uno a uno muso duro”.
Le inquadrature a bassa definizione e i disturbi visivi del clip rispecchiano in forma visuale l’oltranzismo sonoro degli Unoauno, una band che rifugge le tendenze contemporanee e vi oppone un approccio impattante, secco ed essenziale. Preferendo i Lighting Bolt alla trap e gli Shellac all’indie-pop da cameretta, Mauri (batterie), Giangi (voce) e Rocco (basso, synth), tutti e tre meno che venticinquenni, riportano all’oggi una filiazione CSI – Massimo Volume in otto canzoni radiografiche, dove la voce prova a stare in piedi controvento e ci riesce. C’è un qualcosa di retromaniaco in questi suoni e in queste parole rigorosamente dette come materia tonale e ritmica, ma in fondo è questa la forza degli Unoauno: essere inattuali e incunearsi nell’oggi, un ridurre all’osso dove c’è carne che vibra, uno sbattere caparbiamente la testa contro il murale alfanumerico del presente, “Uno a uno contro il muro / Uno a uno muso duro”.
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