Sabato 13 maggio al Monk di Roma si è svolto l’attesissimo Sei Tutto L’Indie Fest, l’evento organizzato dalla community Sei tutto l’indie di cui ho bisogno, di cui Noise Symphony è stata partner. Ovviamente non abbiamo perso occasione per fotografare e riprendere tutto, e abbiamo approfittato anche per chiacchierare con gli artisti che si sono esibiti! Qui di seguito il racconto e alcuni scatti.
C’è un clima disteso al Monk: già dalla prima serata inizia il fermento tra chi sorseggia una birra con gli amici e chi si prepara psicologicamente prima di salire sul palco. C’è gente, tanta, ma non si crea calca insopportabile, anzi l’afflusso di persone è piuttosto piacevole e l’organizzazione è ottima. I ragazzi di Sei tutto l’Indie di cui ho bisogno si preoccupano di mettere a proprio agio ogni partecipante. Principalmente l’attesa è per gli ospiti musicali, ma attira grande attenzione anche l’esposizione di opere degli illustratori Alfio Martire, Andy Ventura, Antonio Pronostico, Bad Moon Rising Production, Cassandra, Dianthus e Tutti i miei disegni inutili.
A dare il via al tutto è l’esibizione nel Salotto del Monk di Chiara Monaldi e Giuseppe Catanzaro per Noia Dischi, facendo da piacevole sottofondo per chi cena, fuma una sigaretta o aspetta il proprio turno per ritirare il biglietto.
Inizia puntuale con Portobello l’appuntamento nella sala concerti più grande. Portobello è Damiano Morlupi accompagnato (per la prima volta, specifica lui stesso) da una band che inizia ormai a diventare parte del progetto. Suoni contemporanei e cantautorato italiano più classico si fondono in una personalità energica e travolgente. Tutti i ragazzi vengono da Civitavecchia, Damiano ci tiene a sottolinearlo a dimostrazione che “anche in provincia si fa musica buona”.
Il live prosegue virtualmente con la proiezione video dell’esibizione di Cambogia. La gente si disperde nello spazio a disposizione cogliendo l’occasione per prendere qualcosa da bere e trovare posto sotto al palco. Sì perché gli artisti a venire sono i Mòn, band romana che ha creato molte aspettative intorno a sé.
I Mòn sono cinque giovani che presentano per la prima volta dal vivo il loro album d’esordio “Zama”, uscito il giorno precedente. La maturità scenica e musicale è impressionante: le due voci di Carlotta Deiana e Rocco Zilli (anche ai synth) s’intrecciano in lingua inglese ammaliando i presenti, tant’è che il Monk si riempie per la curiosità. La chitarra di Michele Mariola emerge spesso di prepotenza coinvolgendo il pubblico entusiasta, mentre le note di basso di Stefano Veloci si accompagnano alla batteria di Dimitri Nicastri, rendendo ogni brano intenso e curato nelle minime sfumature.
Ricordano band affermate di fama internazionale, come se la ritmica dei Bon Iver si incontrasse con le chitarre degli MGMT e le voci degli XX, affidando la scrittura ai Foals.
Il disco è uscito da poche ore, ma la gente già inizia a cantare i ritornelli e gli applausi sovrastano le voci che, per l’emozione dovuta al grande successo, per poco non si spezzano. Alla fine del release party arriva a grande richiesta il bis che sembra non essere ancora sufficiente per appagare le orecchie incredule della folla caldissima!
Lo spettacolo deve andare avanti ed è il turno dei Mary in June, accolti con grande clamore. Con Alessandro Morini, Aron Carlocchia, Vincenzo Grieco, Andrea Zarrilli e Mauro Colavecchi, questi i nomi dei cinque membri della band, si vira su un rock italiano di stampo classico. Il Monk è pieno, il pubblico sempre più carico e i Mary in June sono la band giusta per far ballare e divertire. Eseguono i brani del loro ultimo lavoro “Tuffo”, tenendo il palco con energia e carisma. L’adrenalina è a mille e sembra che nessuno voglia che smettano di suonare, pretendendo anche qui un bis meritatissimo.
Da Bergamo con tutta la loro stravaganza arrivano i Pinguini Tattici Nucleari, che portano ilarità e reggae nella sala. Divertenti e a tratti assurdi, si presentano vestiti in modo altrettanto improbabile, tra la maglia di Nainggolan, calciatore della Roma, ed il cappello giamaicano alla Bob Marley con tanto di finti dread. Si prendono in giro, cantano testi simpatici ma taglienti e non si fanno mancare situazioni comiche e racconti spiritosi. Riccardo Zanotti, Nicola Buttafuoco, Lorenzo Pasini, Simone Pagani, Matteo Locati ed Elio Biffi sono una band ormai parecchio amata, infatti oltre all’ultimo disco “Gioventù Brucata” suonano anche vecchi brani, tra l’entusiasmo del pubblico che canta le parole con loro.
A coronare la chiusura del riuscitissimo evento c’è il dj set dei Leopardi per chi ha ancora le forze per scatenarsi.
Sei Tutto L’Indie Fest conclude la sua prima edizione così, con la felicità negli occhi di chi torna a casa e con la speranza degli organizzatori Giuseppe Piccoli e Gian Marco Perrotta di poter replicare il prima possibile!
(Photo Credits: Gianfranco Schetter)
#FollowtheNoise…