Desert Trip: nel G6 del Rock, a Indio in California, si sono dati appuntamento sullo stesso palco alcuni tra i mostri sacri della musica: Rolling Stones, The Who, Neil Young, Paul McCartney e Roger Waters, che ha colto l’occasione per sferrare un altro duro colpo a Donald Trump .
Nel week end appena trascorso, a Indio, in California (la stessa location in cui si svolge il Coachella), abbiamo senza alcun dubbio assistito all’evento dell’anno. Il Desert Trip, ribattezzato subito Oldchella, ha visto, infatti, esibirsi sullo stesso palco Bob Dylan e Rolling Stones, Neil Young e Paul McCartney, Roger Waters e The Who. Questo collettivo di pensionati, di cui il più giovane è il sessantanovenne Ron Wood (bassista dei Rolling Stones), ha incantato il mondo con le loro performance, dimostrando di avere ancora quell’energia e carisma che ha cambiato la storia della musica negli anni 70. Un festival che ha rievocato in molti di noi l’emozione del megaconcerto Live Aid del 1985, dove gran parte di questi artisti ha suonato insieme ad altre leggende tristemente scomparse come David Bowie o Freddie Mercury.
Oltre a risvegliare il ricordo, il Desert Trip ha permesso a tanti giovani, che non hanno potuto godere del periodo d’oro del Rock, di assistere ad un evento più unico che raro.
Sono state molte le sorprese e i momenti, di questo evento, che potremmo ricordare nel tempo. I Rolling Stones si sono esibiti con la cover di “Come together”, canzone dei Beatles del 1969, con Mick Jagger che ha introdotto il pezzo con ironia: “Ecco a voi la cover di un gruppetto sconosciuto”. La storica band inglese ha anche suonato in anteprima il brano “Blue & Lonesome”, che farà parte del nuovo album in uscita il 2 dicembre prossimo, in cui -si vocifera- comparirà anche Eric Clapton.
https://www.youtube.com/watch?v=lsv27YNj904
Altri momenti emozionanti sono stati: Neil Young e Paul McCartney che hanno fatto rivivere il mito Beatles e John Lennon cantando da “A hard day’s night” a “Can’t buy me love”, passando per “Eleanor Rigby”, “We can work it out”, “Lady Madonna”, “Ob-la-di Ob-la-da”, “Let it be”, “Hey Jude” e molto altro. Bob Dylan ha poi incantato il pubblico con una versione da brividi di “Highway 61”.
Menzione speciale per Roger Waters, che dopo l’annuncio su Facebook, di una reunion con i Pink Floyd in un evento a favore delle donne nella striscia di Gaza, ha dato un piccolo anticipo riproponendo brani storici della band come “Comfortably Numb” , “Flying Pig”, “Welcome to machine” e la storica “Another brick in the wall” accompagnata, come sempre, da un coro di bambini.
Roger Waters poi non ha fatto mancare la critica politica che ha sempre contraddistinto i Pink Floyd. Questa volta nel mirino, ovviamente, Donald Trump già più volte criticato da Waters e recentemente blastato da più fronti. L’attacco è arrivato durante il brano “Pigs”.. Durante l’esibizione del pezzo sono apparse, sul maxi schermo, immagini di Trump e alcune tra le sue frasi sessiste e razziste più discusse e, per concludere, il colpo di grazia è arrivato con la frase “Trump è un maiale”, proprio mentre un maiale gonfiabile sorvolava il pubblico, come durante i vecchi concerti dei Pink Floyd.
Il Desert Trip tornerà anche nel prossimo week end, ma ci auguriamo che non sia l’ultima volta che il mondo assista ad un evento di questa portata storica. Ancora una volta abbiamo avuto la testimonianza che senza questi tizi il rock e la musica mondiale non sarebbero mai stati quelli che sono oggi. Nonostante i costi molto gravosi, il festival ha richiamato una grande folla, a testimonianza che questa musica è ancora viva anche nei giovani.
Forse non vedremo mai più un periodo musicalmente così influente come quello degli anni 70/80, ma riuscire ancora a vivere certi momenti, seppur rari, ci permetterà di tramandare alle generazioni future il mito del Rock.
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