Su NoiseLetter le interviste esclusive ai concorrenti in gara a La Milano Sanremo della Canzone italiana 2017. Oggi vi presentiamo Mari di Guai, in gara con il brano Tra l’orizzonte e lo sguardo.
La Milano Sanremo della Canzone italiana 2017 è una manifestazione itinerante che parte da Milano e – dopo aver attraversato alcune delle più importanti regioni italiane – taglia il traguardo a Sanremo l’8 Febbraio 2017 durante la settimana del Festival della Canzone Italiana. L’artista avrà la possibilità di esibirsi in distribuzione radiofonica sulle emittenti del Circuito Radiofonico Nazionale Le 100 Radio. A giudizio della Direzione Artistica verranno le scelte le migliori opere per l’assegnazione del prestigioso Gran Trofeo REA – Le 100 Radio.
Tra i concorrenti in gara c’è Mari Di Guai: nome d’arte di Marilisa Ungaro, nata sull’isola di Ischia e da sempre affascinata dalla musica e dall’arte.
Noi abbiamo avuto il piacere di intervistarla. Ecco quanto ci ha raccontato…
Ciao Marilisa!
Nella tua formazione musicale hai studiato canto jazz. Qual è la voce femminile nel panorama musicale, jazz e non solo, del passato o del presente che più ti emoziona o ti ha in qualche modo influenzata?
Ciao. Belle domande!
La cantante jazz che in assoluto mi ha emozionato di più è Billie Holiday, anche se in realtà nella formazione della mia identità musicale ho principalmente tratto ispirazione dai cantautori italiani.
Ricordi qual è la prima canzone che hai cantato in pubblico e la prima che hai imparato a cantare da piccola?
La prima canzone che ho cantato in pubblico è stata “Ci vuole un fiore” di Sergio Endrigo, avevo sei anni e partecipai ad un festival per bambini. Sono tornata ad esibirmi in pubblico soltanto quando avevo diciotto anni, con “Una poesia anche per te” di Elisa in un locale di Piano-bar. Le prime canzoni che ho imparato e che canticchiavo da bambina sono state “Farfallina” di Luca Carboni e “Attenti al lupo” di Lucio Dalla.
Hai ancora le cassette su cui registravi le canzoni che ascoltavi in radio?
Si, ho ancora alcune di quelle cassette, mia madre le conserva con cura e mi è capitato di riascoltarle qualche tempo fa: ricordo “Survivor” delle Destiny’s Child e “Lemon Tree” dei Fool’s Garden.
C’è una canzone che al primo ascolto ti ha fatto pensare “questa avrei voluto scriverla io?”
Si, c’è una canzone che avrei voluto scrivere io. Si chiama “Sunset Boulevard” ed è di un cantautore che stimo molto, Gabriel Zagni. L’ho sentita subito mia ed è stata forse la scintilla che ha acceso in me la voglia di scrivere canzoni e di fare un disco in italiano (prima di allora scrivevo per lo più in inglese).
Di cosa parla il tuo brano “Tra l’orizzonte e lo sguardo”?
“Tra l’orizzonte e lo sguardo” parla di una rinascita, la mia. Venivo da un periodo per così dire buio. L’ho scritta quando ho capito che dovevo reagire, che dovevo ritrovare la bellezza nelle cose. Quando ho capito che dovevo essere io con il mio sguardo a scegliere i colori che avrei visto, a prendere il bello da ciò che c’è tra l’orizzonte e lo sguardo, da tutto ciò che mi capita davanti agli occhi.
Cosa ti aspetti dall’esperienza de La Milano Sanremo della Canzone italiana?
Da quest’esperienza mi aspetto visi nuovi, sorrisi, emozioni forti. Che in fondo è quello che mi aspetto sempre dalla musica e dai luoghi in cui mi porta.
Cover photo credit: Gianfranco Schetter
#FollowtheNoise…