E’ ripartito da Arezzo “La Fine Dei Vent’Anni Tour” di Motta e proseguirà nei club di tutta Italia. Proprio in vista del concerto previsto a Roma il 7 dicembre, abbiamo voluto fare due chiacchiere con Francesco Motta, uno dei nomi più interessanti della scena musicale attuale.
Qui le prossime date del fortunatissimo tour:
01-dic – Torino – Hiroshima
03-dic – Lecce – Officine Cantelmo
07-dic – Roma – Monk
09-dic – Legnano (MI) – Circolone
10-dic – Firenze – Flog
14-dic – Trento – SanbàPolis
16-dic – Grottammare (AP) – Container
17-dic – Brescia – Latteria Molloy
22-dic – Lamezia Terme (CZ) – Color Fest
23-dic – Santa Maria a Vico (CE) – Smav
07-gen – Grosseto – Faq
13-gen – Riccione – Spazio Tondelli
14-gen – Foligno (PG) – Supersonic music club
21-gen – Bologna – Locomotiv
27-gen – Roncade (TV) – New Age
16-feb – Palermo – Candelai
17-feb – Catania – Barbara
18-feb – Messina – Retronoveau
24-feb – Sassari – The Hor
25-feb – Cagliari – Fabrik
09-mar – Lugano – Studio Foce
11-mar – Cesena – Vidia
18-mar-Roma – Monk
1-apr- Milano – Alcatraz
“Sei bella davvero” è l’ultimo singolo estratto dall’album “La fine dei vent’anni”:
“La fine dei vent’anni” è il primo lavoro da solista di Motta, vincitore della Targa Tenco 2016 come Miglior Album d’Esordio e del Premio Speciale PIMI 2016 del MEI. Dopo i Criminal Jokers (band pisana con cui ha pubblicato due dischi), Francesco Motta ha deciso di fare il salto di qualità. Da polistrumentista si è dedicato con tutto se stesso a questo lavoro, componendo testi, musiche ed arrangiamenti, e affidandosi alla guida del produttore Riccardo Sinigallia.
Si fa fatica a trovare somiglianze spudorate con altri artisti. Motta ha uno stile ormai totalmente maturo, consapevole e personale. Ascoltando “La fine dei vent’anni” ci si rende conto brano dopo brano di come le liriche e i suoni seguano una direzione studiata in ogni minimo dettaglio.
Efficace e potente, è un disco che rimane impresso. Che sia per immedesimazione o per pura empatia, le parole di Motta arrivano dritte allo stomaco. Un piacere ascoltare qualcosa di così completo, definito, meditato e sentito.
Il sound malinconico si fonde perfettamente con la voce di Francesco, che con quel filo di disperazione rende giustizia all’idea alla base del progetto, quel tempo che passa con i suoi cambiamenti.
Francesco Motta è sicuramente un artista fuori dagli schemi, difficile da incasellare in un mondo musicale preciso. Un album da sentire e risentire per amarne ogni sfaccettatura, ma già indimenticabile dal primo ascolto.
Vi proponiamo qui sotto un’intervista in cui Motta ci ha svelato le sue ultime impressioni e il lavoro dietro a questo grande successo.
Ciao Francesco, sono davvero finiti questi vent’anni o c’è ancora qualcosa che ti lega al passato?
Sono Sempre Il Solito. E’ Stato Solo Un Momento Di Passaggio, Ma Non È Finito Assolutamente Niente. Mi Sento Solamente Meglio.
C’è qualcosa che rimpiangi del periodo da ventenne? Errori che hai fatto e che non rifaresti?
In Realtà A Vent’anni Volevo Andare A Fare Musica All’estero, Ma Ora Sono Felicissimo Di Non Averlo Fatto. Poi Tutti Gli Errori Mi Hanno Portato A Fare Questo Disco Quindi Sinceramente Sono Contento Anche Di Quelli
Come hai vissuto il trasferimento da Pisa a Roma? Ti ha influenzato nella scrittura?
Sì, In Alcune Canzoni Si Sente Che Questo Disco L’ho Scritto A Roma, Perché È Una Città Molto Vera, Che Nel Bene E Nel Male Mi Ha Fatto Tirare Fuori I Miei Lati Belli Ma Soprattutto I Difetti, Che Sono Forse Le Cose Che Canto Più Volentieri.
Come è nata la collaborazione con Riccardo Sinigallia?
Ci Siamo Conosciuti Tramite Manuele Fusaroli, Che Era Il Produttore Dei Criminal Jockers, Il Mio Vecchio Gruppo. Riccardo È Subentrato In Un Momento Abbastanza Importante Del Disco: Ha Preso In Mano La Produzione, Mi Ha Dato Una Mano Incredibile Soprattutto A Livello Testuale Ed È Anche Uno Dei Migliori Amici, Che È La Cosa Più Importante.
Chi è la prima persona a cui fai sentire i tuoi pezzi?
Di Solito Il Passaggio È: La Mia Ragazza, Riccardo Sinigallia E Mia Madre. Anche Se In Un Modo Completamente Diverso Fra Loro, Sono Sicuramente Le Persone Che Mi Fanno Capire Meglio Dove Ci Sono Delle Cose Da Aggiustare.
Cos’è che ha cambiato di più il tuo modo di scrivere fra quando lo facevi per i Criminal Jokers e ora?
C’è Tanta Differenza E Penso Che Si Senta. Sicuramente È Cambiata Tanto La Voglia Di Farsi Sentire.
C’era qualche intento di creare una sorta di guida per i giovani con questo album?
Non Saprei Dirlo, È Certamente Una Mia Guida Personale. Poi Può Diventarlo Anche Per Qualcuno Che Si Dovesse Rispecchiare Nelle Mie Parole E Nelle Mie Fragilità. Ovviamente Dovevo Pensare A Dire La Mia Verità, Non C’era Nessuna Voglia Di Fare Un Album Generazionale.
Hai ricevuto importanti riconoscimenti, tra cui il Premio Tenco. Avresti mai immaginato tutto questo successo?
Non Ci Pensavo, Non Immaginavo Queste Cose. E’ Molto Bello Però Ora Condividere Questi Risultati Con Tutte Le Persone Che Hanno Lavorato Al Disco, Persone Che Hanno Investito Tempo E Soldi.
Preferisci l’esperienza dal vivo o lo studio?
E’ Molto Diverso Il Live Dallo Studio, Ma Mi Piacciono Entrambe Le Cose. Quando Ero Più Giovane Preferivo Di Gran Lunga Suonare Ai Concerti; Ora Invece Amo Anche Stare Davanti Al Computer. Sono Circondato Da Musicisti Incredibili, Forse I Più Bravi In Italia, C’è Anche Un Progetto Luci Adattissimo, E Posso Dire Di Essermi Reso Conto Che È Veramente Quello Che Sognavo Stare Su Una Produzione Così.
C’è qualche brano che ha un particolare impatto su di te nei concerti?
Ci Ho Messo Talmente Tanto A Scrivere Quelle Canzoni Che Mi Piace Troppo Farle Proprio Tutte (Ride).
Come sono presentati i brani nel live? Gli arrangiamenti rispecchiano quelli incisi?
C’è Molta Più Musica, Accentuiamo Molto Di Più Questo Mantra Che C’è Nel Disco, Questa Danza. Ci Divertiamo, Suoniamo Facendo Venire Fuori Di Più Cose Che Nell’album Sono Meno Evidenti.
Prossimi progetti?
Sto Già Scrivendo Delle Canzoni Nuove, Però Questa È Un’altra Storia.