Nato come registrazione dal vivo eseguita nel 1992 dall’orchestra tedesca Ensemble Moderne, diretta da Peter Rundel, a Francoforte, Berlino e Vienna e pubblicato nel 1993, The Yellow Shark è l’ultimo album dell’artista ed è considerato uno dei suoi massimi capolavori. Peter Rundel, tra i più importanti direttori d’orchestra al mondo, torna in questa occasione, a dirigere musiche da The Yellow Shark per la prima volta da allora, e a 25 anni dalla scomparsa dell’autore.
Sono trascorsi 25 anni dalla scomparsa di Frank Zappa, genio della musica del Novecento, tra i migliori chitarristi di tutti i tempi e artista in grado di far proprie influenze stilistiche diversissime: dal rock al blues, dal jazz al progressive, dall’avanguardia al cabaret. «Era una figura eccezionale perché apparteneva a due mondi: quello della musica pop e quello della musica classica» affermò Pierre Boulez.
The Yellow Shark è la sintesi più alta dell’intelligenza creativa di Zappa, espressione di un pensiero musicale che attraversa in libertà tutti i generi, capace di fondere partitura orchestrale e improvvisazione, rock sperimentale e avanguardia accademica.
Peter Rundel, tra i più importanti direttori d’orchestra al mondo, torna in questa occasione, a dirigere musiche da The Yellow Shark per la prima volta da allora, e a 25 anni dalla scomparsa dell’autore, con l’Ensemble Giorgio Bernasconi dell’Accademia Teatro alla Scala.
Il tour dopo aver toccato il Piccolo Teatro di Milano arriva a Roma per il Romaeuropa festival il 10 ottobre all’Auditorium Parco della Musica (ore 21) e a Reggio Emilia il 12 ottobre al Teatro Valli nell’ambito del Festival Aperto. Un appuntamento imperdibile con la storia della musica e con la sua ereditàche a Roma per il ciclo di Talk di Robinson La Repubblica – sarà introdotto alle 20.30 nella Sala Sinopoli dell’Auditorium dal giornalista e critico musicale Ernesto Assante.
“Per lungo tempo ho pensato e sperato di dirigere di nuovo The Yellow Shark ma stavo aspettando il momento giusto. – racconta Peter Rundel – Questo perché ogni volta che mi veniva chiesto di ri-dirigerlo le condizioni poste non sarebbero mai state accettate da Frank Zappa. Insieme all’Accademia Teatro alla Scala abbiamo potuto creare le condizioni, tecniche e lavorative, che soddisfacessero entrambi. È stato bellissimo seguire l’intera organizzazione di quest’esecuzione, lavorare con i musicisti e percepirne il grande entusiasmo. Era arrivato il momento di dirigere The Yellow Shark ancora una volta, le mie aspettative non erano state disattese. E credo che il risultato finale avrebbe di certo avuto l’approvazione dello stesso Frank Zappa”.