Lo scorso sabato, 25 marzo, il Monk di Roma ha accolto l’atteso concerto sold out dei Fast Animals and Slow Kids. Noi siamo stati tra i fortunati che sono riusciti a prendervi parte e vogliamo raccontarvi cosa è successo!
Visto che avevamo già avuto a che fare con la band di Perugia, vi riproponiamo la nostra intervista ad Aimone, frontman dei Fast Animals and Slow Kids, che potete leggere qui.
La sala comincia a riempirsi presto, un po’ perché ci sono i Lags ad aprire la serata dei Fast Animals and Slow Kids , un po’ perché i più temerari vogliono guadagnarsi le prime file. Il clima iniziale è birra in mano e due chiacchiere tra amici, poi in poco tempo il rock dei Lags scalda l’atmosfera e il pubblico si fa sempre più attento e fitto proprio sotto al palco.
I Fast Animals and Slow Kids fanno la loro comparsa intorno alle 23. Sorridenti, carichi, positivi, ragazzi semplici e per nulla montati che, probabilmente, non si capaciteranno mai del grande seguito che si stanno creando. Si auto-definiscono “una band di merda“, non giocano a fare i divi del rock, hanno un atteggiamento che li rende simpatici anche a chi non amasse particolarmente il genere.
Un concerto la cui dinamica è difficile da descrivere perché i pezzi live sono tutti di forte impatto, e non ci sono grandi cali d’intensità. E’ una di quelle situazioni in cui non c’è la paura di essere troppo entusiasti o troppo fastidiosi, in cui tutto il pubblico è invitato a cantare, ordine di Aimone: “C’è una sola regola. Se le sapete, non lasciateci da soli“.
La serata scivola in un susseguirsi di adrenalina ed emozioni, dal primo brano Asteroide, all’esplosione finale con Forse non è la felicità, passando per l’amata “canzone del cane” Annabelle e le più intime interpretazioni di Tenera età e 11 giugno, e riproponendo anche vecchi successi come Coperta, Troia e Il mare davanti, che fanno tremare il locale.
Si chiamano Fast Animals e sono davvero animali da palcoscenico, si mangiano il Monk, sconvolgono tutto e poi lo rimettono in ordine quando necessario, senza mai farsi sfuggire la situazione di mano. Aimone Romizi, il frontman, si butta tra la gente cercando un contatto fisico e psicologico, poi come niente fosse riprende padronanza indiscussa della scena. Nulla sarebbe possibile però senza la sua alchimia con i compagni Alessio Mingoli alla batteria, Jacopo Gigliotti al basso, Alessandro Guercini alla chitarra e la new entry a supporto di questo tour Daniele Ghiandoni.
I Fast Animals sono musicisti con una carriera collaudata e ancora molto promettente, ma sul palco si vedono semplicemente dei ragazzi di Perugia che suonano insieme, degli amici che si abbracciano, che condividono una passione e ne fanno un sogno, e sono fieri di farlo vedere.
A fine serata si percepisce un senso di serenità generale, la quiete dopo la tempesta, una sazietà dopo una gran fame. A chi l’arduo compito di far capire loro che NON sono “una band di merda“?
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