Giovedì 20 aprile abbiamo assistito al concerto di due artisti molto interessanti: Edda e Angela Baraldi. Vi proponiamo qualche foto scattata al Monk e il nostro racconto di com’è andata la serata!
Angela Baraldi ha il compito di suonare al Monk prima di Edda , un nome che incuriosisce parecchio, soprattutto negli ultimi tempi. Con eleganza ed energia, ammalia il pubblico con la sua implacabile anima rock. Voce graffiante, sguardo profondo, movimenti sensuali. Ha classe da vendere, uno stile riconoscibile ed efficace. Spesso si lascia trasportare dal ritmo, talvolta fino a chinarsi a terra, raccolta su se stessa in un momento di concentrazione.
Parla poco e il live fila liscio, senza interruzioni o perdite di tempo. Fa ballare, fa pensare, fa rock, e si vede quanto fuoco abbia dentro. Figura longilinea, abiti scuri, un po’ cupa, ricorda quasi una di quelle incantatrici di cui i miti sono pieni. E in effetti Angela incanta tutti, ma senza doverli tramutare in pietra, anzi, tutt’altro.
Dopo un rapido cambio palco, il caldissimo pubblico del Monk accoglie l’atteso Edda. L’ex leader dei Ritmo Tribale, si sa, è uno che non si fa troppi problemi a parlare esplicitamente. Ma quello che può sembrare volgare detto da bocca altrui, suona simpatico detto da lui.
Un concerto di Edda mi aveva caricato di aspettative, e infatti mi aspettavo di tutto, di restare piacevolmente stupita per tanti motivi, ma non mi sarei mai immaginata di rimanere impressionata dalla sua vocalità: esatto, Edda ha una vocalità degna di nota, cosa che un po’ sparisce tra il personaggio, il progetto, il nome e le hit.
Stefano Rampoldi, in arte Edda, ha un repertorio di grande qualità, una personalità fuori dal comune, un modo di porsi tra l’assurdo, lo snervante e il comico… ma tra quella erre mal pronunciata e le parole biascicate, emerge una voce potente, sporca quanto basta, emozionante. Poco conta in questo caso il fatto di non riuscire a comprendere bene il testo, i brividi al Monk non tardano ad arrivare.
Alterna brani vecchi con quelli del suo fortunato ultimo album “Graziosa Utopia”, proponendo una scaletta in continuo crescendo.
Si muove quasi in punta di piedi, riempie i silenzi con simpatici siparietti improvvisati, talvolta vaneggia senza risultare mai sgradevole. Sembra quasi provenire da un altro mondo, è un tipo a cui piace apparire insolito.
“Signora”, “Zigulì”, “Benedicimi” e “Spaziale” sono solo alcune delle canzoni apprezzate maggiormente, ma ogni pezzo ha una sua veste live molto convincente.
Edda forse è inconsapevolmente così, forse si prende gioco di noi e si diverte nell’interpretare un personaggio… sostiene di non essere un grande musicista ma, che lo sappia o no, è evidente che questa sua visione non corrisponde alla realtà.
Leggi qui la nostra intervista ad Edda!
Photo credits: Gianfranco Schetter
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