Il nuovo EP di Classico Marinara & Lady The Murder, “Delorean Tape Vol.2: Presente”, svela il secondo capitolo di un affascinante percorso musicale iniziato nel 2022. Diviso in tre volumi, il progetto esplora il “passato”, il “presente” e il “futuro” unendo influenze anni ’80, dream pop e sonorità elettroniche in un connubio unico. Nella nostra intervista approfondiremo ulteriormente il progetto svelando il dietro le quinte della creazione di questo nuovo EP.
Il viaggio musicale attraverso il tempo di Classico Marinara & Lady The Murder continua con il nuovo EP “Delorean Tape Vol.2: Presente” uscito lo scorso 15 dicembre per Supernova Group/Ada Music Italy.
Il secondo capitolo di questa avventura sonora fa parte del progetto “Delorean Tape” lanciato nel 2022 con la pubblicazione di “Delorean Tape Vol.1: Passato”, che si sviluppa attraverso quindici brani suddivisi in tre volumi: “passato”, “presente” e “futuro”, ciascuno composto da cinque tracce. Il concept ruota attorno a un’audiocassetta inserita nel mangianastri della celebre macchina Delorean, simbolo di viaggi temporali e influenze musicali provenienti da epoche diverse.
Nell’EP, gli artisti esplorano il loro presente con testi incisivi e sonorità che abbracciano differenti periodi storici. Dai primi brani impregnati di dream pop come “Roma d’Estate” e “Chiedo alla Notte”, il percorso si snoda attraverso influenze anni ’80 fino a trasformarsi in melodie più dance ed elettroniche.
Questo nuovo capitolo arriva dopo il singolo “Paradiso”, pubblicato il 28 novembre scorso, e il capitolo iniziale, “Delorean Tape Vol.1: Passato”. L’EP è un tassello fondamentale nel cammino artistico di Classico Marinara e Lady The Murder che abbiamo intervistato per approfondire insieme questo percorso.
Ciao ragazzi, benvenuti su Indieffusione. Dopo il vostro primo EP congiunto e il singolo “Paradiso” che ha anticipato questo nuovo capitolo, siete in uscita con “Delorean Tape Vol.2: Presente”. Quali sono le principali novità o evoluzioni nel sound di questo nuovo viaggio musicale?
I viaggi nel tempo molto spesso sono casuali. Se si inserisce la data sbagliata o, magari per un guasto al motore, ti ritrovi perso chissà dove chissà quando. Per il disco è lo stesso, non è un salto di genere o di mood da un volume all’altro, ma da una traccia all’altra.
L’EP è suddiviso in tre volumi: “passato”, “presente” e “futuro”. Come avete affrontato la creazione di ciascuna sezione e quali messaggi volete trasmettere attraverso questa struttura narrativa?
La scelta della struttura è venuta dopo, quando l’intero progetto era già pronto. Come dicevo prima, ogni volta che andavamo in studio ci ritrovavamo a ripercorrere ricordi ed esperienze diverse. Solo in seguito abbiamo dato un ordine a quella casualità, riponendo nel passato le tracce ambientate nel passato, nel presente le tracce che parlavano di esperienze che stavamo vivendo e nel futuro delle tracce in cui ci siamo proiettati in situazioni non ancora successe.
Il concetto di un viaggio nel tempo è molto intrigante. Come avete integrato questa idea nella creazione delle canzoni e come avete affrontato la sfida di tradurre musicalmente e concettualmente ciascuna di queste dimensioni temporali?
Quando eravamo in studio chiaramente partiva tutto da Lady. Lui iniziava a suonare e, a seconda del suo mood, ci si poteva sentire in un contesto musicale più vecchio o più moderno. Poi lo seguivo iniziando a scrivere e lasciandomi influenzare dal suono ma, per alcune tracce come “Sala d’hotel”, mi sembrava davvero di essere ritornato a quand’ero bambino.
Il vostro sound abbraccia diverse influenze musicali: dai toni dream pop e anni ’80 che richiamano anche un certo immaginario cinematografico, a melodie più dance ed elettroniche. Quali elementi specifici caratterizzano le canzoni di ciascun volume, e come avete lavorato per creare un equilibrio armonico tra passato, presente e futuro nell’intero progetto?
Come dicevo prima, il viaggio nel tempo nella cultura pop cinematografica e non, è una scienza con cui l’uomo riesce ad avere dei brevi scambi fortuiti ma spesso non c’è niente di armonico e controllato, anzi è tutto molto casuale e rischioso. Lo stesso vale per le canzoni di questo progetto.
Parlateci della collaborazione in studio. Come avete lavorato insieme alla creazione di “Delorean Tape Vol.2: Presente”? Ci sono aneddoti o momenti particolari che vorreste condividere riguardo al processo creativo?
Alcuni dei momenti più belli che vorrei condividere, oltre alle centinaia di volte in cui abbiamo riso e ci siamo divertiti, sono quelle volte in cui si è creata la vera alchimia in studio. Ci sono state canzoni, come “Neve di gennaio” ed altre a cui sono molto affezionato, in cui per produrre la base e per scrivere il testo ci saranno voluti in totale non più di mezz’ora. Questa cosa è meravigliosa dal punto di vista chimico mentre lo vivi: sei ispirato, gasato, adrenalinico e concentrato…molto bello.
Il singolo “Paradiso” è stato pubblicato il 28 novembre scorso. In che modo questo singolo ha anticipato o rappresenta il tema generale dell’EP? Qual è stata l’ispirazione dietro questo brano?
Quando si sceglie un singolo per anticipare il disco molto spesso si tende a scegliere il banger che funziona di più sul piano commerciale. “Paradiso” è sicuramente la traccia più potente sotto quest’aspetto ma è anche la traccia che rappresenta maggiormente le influenze mescolate dell’elettronica, della musica anni 80 e del rap, che erano la premessa stilistica su cui si basava l’intero progetto fin dall’inizio. Quindi non poteva che essere lei.
Classico: per quanto riguarda il testo sono stato ispirato da alcuni avvenimenti della mia vita. Ho dovuto allontanare alcune persone nonostante mi fossero molto care perché a un certo punto gli interessi possono cambiare e, anche se è triste, le strade possono dividersi. Quando sei più piccolo è doloroso ma poi capisci che fa parte della vita.
Lady: la strumentale del brano è un elogio alla Musica elettronica francese, a tutta la corrente French Touch nel quale i synth “vecchi e sporchi” erano una parte fondamentale. Siamo riusciti a bilanciare tra vintage e contemporaneo soprattutto grazie alla voce, che riprende sonorità e flussi moderni in contrasto ad una base che suona vecchia.
Il brano esplora il tema dell’amore come mezzo per raggiungere il paradiso e la vera felicità. In che modo volete che il pubblico interpreti questa prospettiva sull’amore nel contesto della vostra musica?
Classico: ho scritto questa canzone durante il Covid ma io ero appena andato a convivere per la prima volta con la mia ragazza quindi, anche se il mondo stava affrontando una crisi gigante, io ero in qualche modo felice in quella piccola cosa con lei. Sicuramente i soldi possono renderti più che felice, tranquillo e libero in un certo senso, ma non ti daranno mai quello che può darti una relazione autentica. In quel caso, ad esempio, non avevamo molto, niente soldi e un monolocale minuscolo, eppure sembrava che non ci mancasse niente. Almeno credo…
Entrambi avete background artistici unici. In che modo le vostre esperienze personali e le vostre radici hanno influenzato la creazione di questo nuovo lavoro?
In studio io (Classico) e Lady abbiamo un approccio 50/50 durante tutto il processo creativo. Solitamente prima di lui la cosa era: vado in studio, dico al beatmaker cosa ho in mente, lui mi segue finché non chiudiamo la traccia. Con Lady invece è diverso: si discutono insieme gli argomenti e le sonorità, lui mi da consigli sul cantato e io a lui sulla strumentale. A volte bisogna raggiungere dei compromessi ma il risultato è decisamente migliore.
Classico, hai menzionato l’influenza della tua famiglia di giostrai sulla tua musica. In che modo la tua esperienza di vita influisce sulla tua arte e come la tua famiglia ha contribuito alla tua identità musicale?
La mia famiglia rappresenta il 90% della mia identità non solo dal punto di vista musicale, nonostante non abbia un rapporto morboso con loro, anzi. Ho imparato tanto osservando i loro comportamenti e il loro stile di vita e, nel bene e nel male, penso di avere un bagaglio di esperienze gigantesco. Quando scrivo una canzone penso sempre a loro, ai miei genitori, ai miei fratelli e a tutti gli altri. Non sono il tipo di rapper che parla di vestiti e di droga. Piuttosto vorrei raccontare la mia vita, quindi anche la loro.
Lady, tu hai fondato uno studio di registrazione e collaborato con vari artisti. Come questa varietà di esperienze ha influenzato la tua produzione musicale e il tuo approccio alla collaborazione artistica?
Collaborare con altri artisti mi ha aiutato a cambiare punto di vista su come percepisco la musica e, soprattutto, a capire cosa cerca un artista nelle sue produzioni, quale è la sua scelta stilistica e come unirla alla mia.
Il tour di presentazione dell’album è nei vostri piani futuri? In che modo vi preparate a portare questa musica dal vivo e cosa potranno aspettarsi i vostri fan durante le vostre esibizioni?
Sì e ci siamo già esibiti live e durante alcune esibizioni abbiamo proposto una performance con pochi elementi ma che scaturivano subito l’effetto wow: una vera Delorean davanti al locale in cui suonavamo, una mostra di foto sul processo creativo del progetto e l’interfaccia con le date della macchina del tempo in continuo cambiamento proiettare dietro di noi. Vorremmo riproporre questa formula ad ogni live di questo progetto, perché i feedback sono stati molto positivi.