Lorenzo Lepore ha vinto il Premio Amnesty International Italia nella Sezione Emergenti nella finale di domenica a Rosolina Mare (Rovigo) alla quale eravamo presenti anche noi di Indieffusione, media partner del Festival. Ospite della serata Carmen Consoli, vincitrice del Premio Amnesty Sezione Big con il brano “L’uomo nero”.
Il Contest, vinto quest’anno per gli Emergenti da Lorenzo Lepore con la canzone “Finalmente a casa”, sul tema dei senzatetto, che si aggiudica anche la targa Noise Symphony/Indieffusione, e da Carmen Consoli nella sezione Big, si è svolto nell’ambito del festival “Voci per la libertà – Una canzone per Amnesty”.
L’evento, giunto alla 25a edizione in collaborazione con Amnesty International Italia, ospita ogni anno vari artisti, tra emergenti e affermati, che si sono contraddistinti per la loro sensibilità verso i diritti umani.
Il Premio della critica è andato a La Scelta, anche loro da Roma, con “Ho guardato il cielo”, mentre quello della giuria popolare a CombLove da Ferrara con “Heavy Bracelets”.
Grande attesa domenica 24 luglio per Carmen Consoli, vincitrice del Premio Amnesty International Italia nella sezione Big 2022 con il brano “L’uomo nero”, una canzone che parla con sarcasmo del sovranismo che porta alla violazione dei diritti umani. La cantautrice, già vincitrice nel 2010 con il brano “Mio zio” (sugli abusi sui minori), dopo la premiazione ha regalato al pubblico un’intensa esibizione su voce e chitarra.
Nel pomeriggio, in un incontro pubblico con il portavoce di Amnesty International Italia Riccardo Noury, l’artista siciliana ha dichiarato: “‘L’uomo nero’ parla di dittatura ma non è una dittatura specifica, non è totalitarismo, non è cesarismo, è una nuova forma di dittatura. Provengo da una famiglia sana, che mi ha abituato all’idea che la diversità genera ricchezza. Mia madre veniva dal nord e si confrontava con i siciliani. Le due famiglie trovarono grandi punti in comune, da tutte due le parti c’era l’idea dell’accettazione del diverso.”
Da parte sua Noury ha detto: “Siamo arrivati all’uomo nero dopo anni di narrazioni tossiche che hanno diviso questo paese, slogan faciloni come “prima gli italiani”, teorie come quelle che i diritti ad un certo punto finiscono, l’idea folle che i diritti si meritano comportandosi ‘bene’. Queste narrazioni dovrebbero produrre un senso di allarme, invece hanno prodotto l’idea che gruppi di persone sono considerate una minaccia da altri. I campanelli d’allarme servono e questo brano lo è. Ogni volta che lo si ascolta dovremmo pensare a che società vogliamo, una società basata sui diritti, favorita da una politica di coraggio. Perché una società basata sull’odio, sull’esclusione non ha futuro, ha solo passato e il passato è l’uomo nero”.
Una tre giorni, dal 22 al 24 luglio, che ha condotto ad una serata finale come una grande festa per i venticinque anni del festival e i venti anni del Premio International Italia, sezione Big. Sono, infatti, stati ospiti anche l’attore Miguel Gobbo Diaz, protagonista di “Nero a metà”, (Raiuno), che ha regalato al pubblico un reading, e i Modena City Ramblers, tornati a Voci per la libertà dopo aver vinto nel 2005 il Premio Amnesty International Italia, sezione Big, con il brano “Ebano”. Alla fine della serata la band emiliana ha chiamato sul palco tutti i finalisti per una versione corale di “Bella ciao”.