Marracash spiazza tutti: È Finita la Pace è un pugno allo stomaco che scuote la musica

Marracash È Finita la Pace

Marracash ha scelto il silenzio come preludio per “È Finita la Pace”, il suo ritorno sulla scena musicale dal 13 dicembre scorso in attesa del tour estivo che lo porterà negli stadi italiani. Nessun annuncio, nessuna strategia di marketing studiata. Un atto di coraggio artistico che spezza il rumore di fondo dell’industria contemporanea e dà spazio ad un disco che è pura sostanza. Lo analizziamo in questa nostra recensione

 

 

L’artista milanese, ormai consacrato come figura centrale della musica rap italiana, completa qui la trilogia iniziata con “Persona” e “Noi, Loro, Gli Altri”, chiudendo un ciclo con il rigore di chi sa quanto sia fondamentale la coerenza.

“È Finita la Pace”, pubblicato a sorpresa lo scorso 13 Dicembre, è un grido denso e articolato, che attraversa il personale e il collettivo, una narrazione che fotografa con precisione chirurgica le contraddizioni della nostra epoca. Marracash si conferma un osservatore disincantato e lucido del presente, capace di raccontare verità spesso scomode con parole affilate e immagini che colpiscono con forza. Ogni traccia dell’album è uno specchio, in cui si riflette un mondo in crisi e un artista che non ha paura di sporcarsi le mani.

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L’album si apre con “Power Slap”, un pugno in faccia alla scena musicale contemporanea, in cui l’artista attacca l’omologazione, smascherando una generazione di artisti emergenti schiavi del successo effimero costruito su metriche inconsistenti: “Questi cadono da fermi, non gestiscono il successo figurati i fallimenti”. Il brano, accompagnato da un campionamento di Asturias (Leyenda)” che evoca solennità e battaglia, è un manifesto di integrità che si distacca nettamente dalla standardizzazione e dai cliché che dominano la scena musicale contemporanea.  

 

L’analisi della società e delle sue “bolle”

In Crash”, il rapper affronta il presente con lucidità e disincanto. L’artista elenca le bolle del nostro tempo – sociali, economiche, digitali – descrivendo un mondo in cui l’illusione del cambiamento si scontra con l’indifferenza generale. “Non siamo in pericolo, siamo il pericolo” è una frase che cristallizza l’urgenza del momento. Il beat travolgente e sporco, influenzato da sonorità rock, amplifica il senso di crisi.

Segue Gli Sbandati Hanno Perso”, un ritratto malinconico della generazione di Marracash, “alternativa” e disillusa. Il brano, più intimo, è costruito su una base acustica che richiama la delicatezza propria dei cantautori, mentre il testo racconta di vite smarrite e sogni non realizzati.

 

La title track e il coraggio di dire tutto

“È Finita la Pace” si staglia come il fulcro dell’album. Marracash sfida apertamente il disinteresse collettivo verso la realtà più dura e attuale, inserendo domande pesanti come pietre: “Chi finanzia il genocidio a Gaza?”. È un brano che colpisce dritto al petto, senza mediazioni, in cui la poesia della penna di Marracash incontra il dolore sociale e la disperazione universale. Il campionamento diFirenze (Canzone Triste)” di Ivan Graziani aggiunge un’intensità malinconica e un profondo legame con la tradizione musicale italiana.

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Fuga e introspezione

“Detox/Rehab” è un punto di svolta nell’album. Marracash racconta il proprio isolamento, la lotta contro le dipendenze – emotive, chimiche, digitali – e il desiderio di pace interiore. Il flow è old school, sostenuto da un beat ipnotico e malinconico, mentre versi come “Cercavo una pace chimica” mostrano la fragilità dietro la forza.

“Soli” prosegue sulla stessa linea, con il campionamento di Uomini Soli” dei Pooh. Marracash affronta la solitudine esistenziale con una scrittura raffinata e dolorosa, descrivendo un mondo in cui l’isolamento diventa una condizione universale, una risposta ai ritmi alienanti del presente.

 

La relazione con il mondo e la tecnologia

InMi Sono Innamorato di un AI”, si apre una riflessione ironica e amara sul rapporto dell’uomo con la tecnologia. È una critica lucida all’artificialità delle nostre vite, dominate da algoritmi e finzioni digitali. Qui, l’artista si spinge oltre la sperimentazione musicale, giocando con autotune e atmosfere contrastanti.

“Factotum”, invece, riporta Marracash alle origini: i lavori precari, le giornate pesanti, la sopravvivenza nelle periferie. Il brano, ruvido e ironico, ha un’energia tragicomica che trasforma la precarietà in un racconto universale, con una base che mescola influenze globali, dalla cumbia a ritmi tribali.

Vittima” affronta con incisività il senso di smarrimento che accomuna la società contemporanea. Il brano si distingue per il campionamento di “Un Bel Dì Vedremo” da Madama Butterfly di Puccini, che dona un’aura drammatica e teatrale. Qui l’artista esplora il vittimismo diffuso, la perdita di responsabilità personale e la tendenza collettiva ad incolpare le circostanze o gli altri per le proprie difficoltà. Marracash riesce a fondere la potenza dell’opera classica con l’energia del rap, creando un brano che è al tempo stesso riflessivo e impattante.


La trilogia delle relazioni

La penultima parte dell’album si snoda attraversoTroi**”, “Pentothal” e Lei”. Nel primo, Marracash esplora il doppio standard sociale sui rapporti, ponendo un uomo di fronte al termine tradizionalmente stigmatizzante. È un brano pungente, con un sound club che sorregge il messaggio provocatorio.

“Pentothal” è un’autoanalisi brutale, un flusso di coscienza in cui l’artista affronta le sue contraddizioni e il lato oscuro delle relazioni. Il “siero della verità” nel titolo diventa simbolo della sincerità dolorosa e necessaria.

Con “Lei”, Marracash chiude la trilogia delle relazioni con una riflessione sul mito dell’anima gemella. Il brano, avvolto in un’atmosfera dreamy e percussiva, racconta l’accettazione delle imperfezioni nei rapporti umani, senza idealizzazioni o illusioni.

L’album si chiude con Happy End”, in cui Marracash celebra la propria vittoria personale, non come un trionfo imposto, ma come il frutto della propria verità. Il beat glorioso e il “mhmm” che si ripete sono un sigillo di pace ritrovata: “La vittoria è personale solo quando è personalizzata”.

 

“È Finita la Pace” è un lavoro che rappresenta il culmine di un percorso artistico e umano che esplora in profondità le contraddizioni della società contemporanea e le complessità dell’individuo. Ogni parola, suono e pausa è carico di significato, e ogni traccia contribuisce a comporre un mosaico incisivo e spietato, ritratto fedele di un presente frammentato che Marracash osserva senza mai distogliere lo sguardo.

Questo album monumentale racconta con fermezza e precisione un mondo in crisi, mettendo a nudo tanto l’artista quanto la realtà che lo circonda, riuscendo ad intrecciare introspezione, denuncia sociale e sperimentazione sonora. In un panorama musicale spesso popolato dalla corsa ai numeri, da tormentoni estivi, dai testi facili e dalle produzioni standardizzate, il rapper milanese si conferma un faro di autenticità. “È Finita la Pace” non segue le tendenze: le rompe, le sfida e le trascende.


CALENDARIO MARRA STADI 2025

6 giugno 2025 – Bibione (VE) – Stadio Comunale

10 giugno 2025 – Napoli – Stadio Diego Armando Maradona

14 giugno 2025 – Torino – Stadio Olimpico Grande Torino

25 giugno 2025 – Milano – Stadio San Siro

26 giugno 2025 – Milano – Stadio San Siro NUOVA DATA!

30 giugno 2025 – Roma – Stadio Olimpico

5 luglio 2025 – Messina – Stadio San Filippo

 

Info biglietti: www.ticketone.it www.friendsandpartners.it

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