A circa quattro anni di distanza dall’ottimo disco d’esordio “The Soft Century” (2014), la band emiliana dei Winter Dies In June torna sulle scene con un concept album maturo “Penelope, Sebastian”.
Il nuovo album della band Winter Dies In June, “Penelope, Sebastian” racconta la storia di un legame, un legame tra due persone ma anche tra quelle persone e i luoghi che li hanno raccontati (Londra, San Francisco e New York) e attraverso i quali si sono raccontati l’uno all’altro, costruendo la loro personale epica. Il racconto parte dal momento dell’abbandono e va a ritroso fino all’istante del loro primo incontro. Non è un propriamente un concept, non è una storia… è semplicemente lo sforzo di raccontare la costruzione di una personale mitologia attraverso lo svolgersi delle azioni. Nell’album spiccano le collaborazioni con Sara Loreni e Martino Cuman, è stato anticipato dal singolo e dal video “Aeroplanes” con la regia di Stefano Poletti.
Rispetto al precedente lavoro, “Penelope, Sebastian” rappresenta anche un deciso cambio di sonorità: le chitarre sono meno presenti in favore di un sound più arioso: gli arrangiamenti orchestrali di “The Soft Century” lasciano il posto ai synth analogici; l’attitudine post-rock del passato si evolve verso territori più propriamente shoegaze. La sfida diventa quindi unire le dilatazioni strumentali tipiche del post-rock con la melodia, il cantato più brit e dream-pop, rispecchiando appieno la nuova natura dei Winter Dies in June: ovvero la convinzione che il racconto pop, il songwriting sia non seppellito ma innalzato dal muro sonoro.
I Winter Dies In June sono un quintetto di Parma. Il gruppo è emerso dalle ceneri di Vancouver – che haottenuto consensi in patria e all’estero per il loro indie post-rock. Un cambiamento di formazione ha visto emergere Winter a giugno, aumentata dalla sezione ritmica del lo-fi cult. band Isabel al tramonto. La music che seguì vide un passaggio dal post-rock focalizzato al lay-up, epico indie-pop. Le influenze includono Explosions in the Sky, Mono, Band of Horses, Hefner, Fanfarlo, Blur e Pulp. L’obiettivo invernale èusare il luccichio strumentale per migliorare, piuttosto che immergere il pathos della narrazione nelle loro canzoni. Album di debutto “The Soft Century” è pieno di delay, riverbero e hook memorabili.
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