In uno dei suoi tweet recenti Dente scrive “Questa settimana finisce il tour e per un po’ mi azzittirò”. Il tour è finito al Monk di Roma sabato 7 ottobre, con un pubblico calorosissimo a salutarlo. Tra loro c’eravamo anche noi, a fotografarlo e ad apprezzare la sua musica.
Prima che Dente si chiuda nel silenzio dopo il tour che ha visto protagonista il suo nuovo album Canzoni per metà, siamo andati a vederlo e fotografarlo nella cornice romana del Monk, dove si è esibito insieme alla sua band in più di due ore di concerto, davanti ad un pubblico calorosissimo e molto vario. E che bello quando un artista che conosci poco ti strabilia nella sua dimensione live, quella più vera !
“Giuseppe Peveri alias Dente, nasce a Fidenza (Pr) nel 1976. Poco più che adolescente intraprende la sua avventura musicale come chitarrista dei Quic, passando per la band La Spina (con due album all’attivo), per poi intraprendere la carriera solista nel 2006. Dente ad oggi è uno dei più apprezzati cantautori italiani, un musicista che negli anni ha conquistato un pubblico sempre più numerso e affezionato riuscendo a imporre il suo personalissimo linguaggio pop dai tratti essenziali e ricercati.”
Poche note biografiche ci aiutano ad inquadrarlo. Io Dente lo conoscevo quasi solo di nome. Nelle ultime due settimane mi ero avvicinata alla sua musica con il nuovo lavoro Canzoni per metà, per preparami al concerto al Monk che avrei dovuto fotografare e recensire. L’album mi ha colpito per le nuove esplorazioni sonore che hanno arricchito la sua dimensione più semplice e per i testi che fotografano in maniera mai banale le storie della vita.
Diciamocelo: molti di noi spesso scelgono su chi fare un live report perché è più comodo sapere già cosa scrivere se l’artista lo conosci. Non era questo il caso. Sono arrivata al Monk che era già colmo di gente nel giardino intorno e via via le persone sono iniziate ad aumentare, quindi mi sono incuriosita non poco sul capire cosa ci fosse di tanto particolare in questo artista che io praticamente non conoscevo. Ma la mia beata ignoranza in materia questa volta è stata decisiva, in senso positivo, perché mi ha permesso di rimanere finalmente a bocca aperta come non mi succedeva da un po’ per qualcuno di cui non sapevo praticamente nulla.
Sono le 23:30 quando Dente sale sul palco con la sua band. Il pubblico era lì in attesa, qualcuno già da qualche ora. Imbraccia la chitarra e inizia a suonare. Tutto diventa chiaro. Chi lo aspettava impazientemente ha il suo premio in lui che li ricompensa (anche) prestando loro attenzione. La scaletta è piena di vere e proprie perle e scorre piacevolmente un brano dopo l’altro trasmettendoti subito il pensiero “speriamo vada avanti parecchio”.
E in effetti il concerto è ricco, in più di due ore di esibizione tra la presentazione del suo nuovo lavoro Canzoni per metà e le più “vecchie” fatiche. La band lo sostiene a testa alta e in modo incisivo mentre Dente sembra venire da un’altra realtà, da un altro tempo. Sul palco del Monk per la fine di questo tour c’è un nuovo Tenco che si muove sicuro, a volte vanesio, tra i commenti del suo fedele pubblico, con il quale gioca e che non vuole lasciare. Perché, come lui stesso ammette sull’ultimo brano “La verità è che non ho voglia di scendere dal palco stasera”.
Bravo Dente, ci hai conquistati. Torna presto sul palco !
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