E’ uscito il 6 aprile God, album d’esordio dei Tedio, distribuito in formato Usb. Noi abbiamo scambiato due chiacchiere con loro… leggi qui di seguito l’intervista.
Tedio “è un sogno su una persona. Come in molti altri sogni, c’è un mostro alla fine”.
Con questo incipit il duo romano formato da Dusty Cri e Alessandro Casponi (entrambi già militanti nella surf-rock-band Martingala) si presenta al pubblico e sforna un disco d’esordio che suona scuro e visionario mantenendo allo stesso tempo un messaggio sintetico e a suo modo lampante.
Il titolo dell’album è emblematico: “God”. Qui la band rivela la sua attitudine post-rock e le sue “cattive” influenze (dai Black Sabbath ai Nirvana passando per gli Slint), partorendo una sorta di garage che unisce sonorità acustiche e ondate shoegaze. Le linee melodiche desertiche tracciano orizzonti densi e malinconici, senza disdegnare momenti che ricordano i Beatles più psichedelici. L’immaginario dark caratterizza le sonorità e i testi scritti da Dusty Cri, proveniente da un background deep techno sperimentale e con alle spalle numerose esperienze da DJ tra Londra, Barcellona e altre capitali europee. Ad arricchire ulteriormente i brani contribuiscono gli spunti noise di Alessandro Casponi, già frontman dei nostrani Cafè Noir.
Le registrazioni hanno puntato ad un effetto lo-fi, con tanto di drum machine distorta, allo scopo di raccontare al meglio ossessioni individuali, unioni e ricerche di sintesi superiori che possono derivare dall’incontro/scontro con l’Altro. Già i primi live tenuti dai Tedio – quasi dei secret concerts – hanno immerso il pubblico curioso in atmosfere multiformi, schiudendo un viaggio danzante in apnea lungo territori cosmici sfruttando la rotazione del Sole.
I Tedio sono un progetto post-rock/garage nato nel 2017 dall’unione artistica di Dusty Cri e Alessandro C, il primo proveniente da esperienze internazionali come dj e producer in ambito deep techno (Dustywork) e rock elettronico sperimentale (Pura Neurosi), il secondo già voce e autore dei nostrani Cafè Noir. Entrambi i componenti della band militano anche nella formazione surf-rock/dream pop Martingala.
Fin dai primi sognanti live, in duo con l’ausilio di una drum machine distorta e batteria acustica suonata da Simone Gerbasi, i Tedio si distinguono come una sintesi originale tra heavy-rock, psichedelia e folk, proponendosi come una novità assoluta nell’attuale panorama italiano.
Il primo singolo About You – presentato ufficialmente il 24 Febbraio 2017 allo Sparwasser di Roma in opening a Guido Maria Grillo – fa da apripista all’album d’esordio, GOD, in uscita il prossimo 6 aprile 2017 in formato USB.
Ciao ragazzi, partiamo con la classica domanda sul nome. Come mai Tedio?
Ciao, sì, in effetti questa domanda è ormai diventata un classico. La vera spinta nella scelta della parola Tedio come progetto musicale si cela all’interno delle sue lettere: TE ed IO, successivamente diventato TE DIO, visto come stimolo a superare il confronto con gli altri (TE ed IO) e con se stessi (TE DIO).
Sulla vostra biografia su Facebook c’è scritto “A dream about being a person. And, like a lot of dreams, there ’s a monster at the end of it”. Che mi dite al riguardo?
Al di là della traduzione letteraria, facilmente reperibile da internet, il concetto fulcro di questa piccola “presentazione” simboleggia la natura umana. Per quanto ci si propone e ci si illude di essere altruisti, comprensivi e rispettosi, alla fine dobbiamo fronteggiare il nostro ego, visto come “mostro”, come vera spinta vitale di sopravvivenza. E’ una presa di coscienza, cruda, che è bene tenere a mente.
Come avete iniziato a suonare insieme e come avete dato vita a questo progetto?
Il tutto è avvenuto molto fluidamente, partendo da un’esigenza intima e personale per omaggiare ed eludere momenti critici.
Perché la scelta di cantare quasi sempre in inglese?
Il mio background musicale da quando sono adolescente è stato sempre attratto da produzioni estere in lingua inglese, quindi per me è stato molto più naturale comporre e cantare non in italiano.
Quali sono i vostri riferimenti musicali?
Dal Rock anni 70, passando per il Grunge, Stoner e Shoegaze, fino ad arrivare al Post Rock, il tutto condito dal buono e sano Trip – Hop dei primi anni novanta.
Che significato ha il titolo dell’album, “God”?
A parte di DIO? Beh, “GOD” è luce, positività.
Andate d’accordo per quanto riguarda la scrittura dei brani?
Sì, se si fa tutto come dico io, ovviamente! No a parte gli scherzi, il prossimo EP sarà un lavoro a tre completamente nuovo e stimolante, nonostante i quattro brani siano già abbastanza definiti di sezione ritmica, chitarra e voce. Sperimenteremo ancor di più e sinceramente non vedo l’ora.
Perché far uscire God su chiavetta Usb?
Semplice, il supporto CD è morto da almeno dieci anni, quindi non volevamo spendere per una cosa a mio avviso inutile.
Della scena indipendente emergente attuale c’è qualche artista che vi piace e con cui collaborereste?
Noisyra ed Unminuto.
Adesso avete in programma di portare in giro il vostro lavoro live?
Sì, fortunatamente il mese di Giugno è stato molto intenso, iniziando con 2 serate consecutive in apertura a Giorgio Canali, passando per Pistoia al Festival Della Musica, Traffic Club a Roma, Teatro Porta Portese, un Festival a Montelanico (vicino Colleferro) e si conclude per il momento con In The Grove ad Ariccia, organizzato dai ragazzi di Radio Libera Tutti.
Avete intenzione di provare ad esportare il vostro progetto fuori dall’Italia in futuro?
Sicuramente, ma non abbiamo capito ancora come farlo in maniera incisiva. Continuiamo ad investigare.
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